La mia scuola per la pace 2014-2015  "RESISTENTI"

Donne che resistono: rita atria, la picciridda dell'antimafia

"Prima di combattere la mafia

devi farti un auto-esame di coscienza e poi,

dopo aver sconfitto la mafia dentro di te,

puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici,

la mafia siamo noi

ed il nostro modo sbagliato di comportarsi"

Il tema della LEGALITA' è sempre più centrale nell'ambito giovanile, chiamato ad essere ricettivo verso le problematiche legate al rispetto delle regole e dell'altro.

La ricerca di nuovi percorsi espressivi, il coinvolgimento di bambini e ragazzi nel coniugare divertimento e formazione, trova nelle attività proposte dall'Associazione Culturale OZ un fertile e adeguato terreno.

Per le scuole non si tratta soltanto di realizzare o aderire ad un progetto, ma di costruire un percorso educativo che investa tutta l'istituzione scolastica e i docenti di tutte le aree disciplinari.

Scopo primario dell'attività è:

  • Promuovere competenze trasversali, autonomia di apprendimento, rispetto reciproco tra pari e con gli adulti;
  • Consolidare la capacità di cooperare con gli altri rispettando le regole;
  • Incoraggiare la sperimentazione e la progettualità, acquisire strumenti di pensiero necessari per apprendere e selezionare le informazioni
  • Preservare la memoria storica.

Laboratorio  di Scrittura creativa a tema Legalità

LA MIA SCUOLA PER LA PACE è un progetto su memoria, impegno e legalità che portiamo nelle scuole di Macerata da qualche anno. Lo scopo è quello di far conoscere personaggi e storie di uomini e donne impegnati nella diffusione della legalità e dell'antimafia.

Quest'anno il tema portante sono le "Donne che Resistono", declinate all'interno del progetto in diverse sfaccettature. La donna che abbiamo scelto noi di OZ per rappresentare la lotta alla mafia è Rita Atria, giovane testimone di giustizia che si è ribellata alla mafia del suo paese e alla sua famiglia. 

 

Da Wikipedia:

"Nel 1985, all'età di undici anni Rita Atria perde il padre Vito Atria, mafioso della locale cosca ucciso in un agguato. Alla morte del padre Rita si lega ancora di più al fratello Nicola ed alla cognata Piera Aiello. Da Nicola, anch'egli mafioso, Rita raccoglie le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 Nicola Atria viene ucciso e sua moglie Piera Aiello, che era presente all’omicidio del marito, denuncia i due assassini e collabora con la polizia.. Rita Atria, a soli 17 anni, nel novembre 1991, decide di seguire le orme della cognata, cercando, nella magistratura, giustizia per quegli omicidi.

Il primo a raccogliere le sue rivelazioni è il giudice Paolo Borsellino (all'epoca procuratore di Marsala), al quale si lega come ad un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre testimonianze, permettono di arrestare numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala e di avviare un'indagine sull'onorevole democristiano Vincenzino Culicchia, per trent'anni sindaco di Partanna.

Una settimana dopo la strage di via d'Amelio, in cui perde la vita il giudice Borsellino, Rita Atria si uccide a Roma, dove vive in segreto, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di viale Amelia, 23.

Rita Atria per molti rappresenta un'eroina, per la sua capacità di rinunciare a tutto, finanche agli affetti della madre (che la ripudiò e che dopo la sua morte distrusse la lapide a martellate), per inseguire un ideale di giustizia attraverso un percorso di crescita interiore che la porterà dal desiderio di vendetta al desiderio di una vera giustizia. Rita (così come Piera Aiello) non era una pentita di mafia: non aveva infatti mai commesso alcun reato di cui pentirsi. Correttamente ci si riferisce a lei come testimone di giustizia, figura questa che è stata legislativamente riconosciuta con la legge 45 del 13 febbraio 2001." 

Il laboratorio di Scrittura creativa e la relativa "staffetta" hanno visto l'adesione delle classi 2° della Scuola Media Dante Alighieri  e delle classi 3°- 4° - 5° della Scuola Primaria G. Mameli di Macerata. I ragazzi, insieme alle insegnanti, si sono documentati sulla storia di Rita Atria e sull'antimafia in generale. A questo momento di formazione è seguito l'incontro con noi operatrici: un vero e proprio dibattito, con domande e curiosità espresse dai ragazzi sull'argomento, ma anche veri e propri momenti di riflessione personale portata all'interno di un confronto "pubblico".

Il fluire delle emozioni dei ragazzi e delle ragazze, in tutte le classi che hanno partecipato, ci hanno dato ancor più consapevolezza e voglia di andare avanti con questa attività di divulgazione.

Il passo successivo sarà la scrittura di un capitolo di una storia: ogni classe  avrà 4 giorni di tempo per scrivere il proprio capitolo; alla fine dei 4 giorni passerà il proprio capitolo alla seconda classe della staffetta che scriverà il 2° capitolo, utilizzando le proprie idee e le proprie modalità, che dovranno però mantere il filo della storia iniziata precedentemente.

I titolo che abbiamo dato per il racconto delle classi della scuola D.Alighieri è "RITA NELLA TERRA DEL SILENZIO", mentre alle classi della scuola G. Mameli è stato suggerito il titolo "C'ERA UNA VOLTA UNA BAMBINA DI NOME RITA..."

Non sarà la riscrittura della biografia di Rita Atria, ma la visione collettiva di un fenomeno e  di una persona speciale.

Via via che arriveranno i capitoli li pubblicheremo nel nostro sito, in attesa di sapere come andranno a finire le storie...!

 

Il progetto "La mia scuola per la pace" è realizzato e patrocinato dal

Comune di Macerata